Nella nostra vita viviamo momenti in cui sentiamo che la relazione con gli altri è insoddisfacente, che qualcosa nella natura dei nostri rapporti ha bisogno di un cambiamento. Attuare questo cambiamento ci risulta difficile e ci fa sentire bloccati.
Abbiamo paura di cambiare anche un singolo pezzo della realtà intorno a noi.
Il ponte delle relazioni con gli altri sono i comportamenti.
I comportamenti che assumiamo ci differenziano dagli altri, ci danno un'identità, e rappresentano l'espressione del nostro mondo interno, fatto di emozioni, di desideri, di intenzioni e di pensieri.
Le nostre azioni a volte generano sofferenza e malessere in modo ripetitivo e per molto tempo in noi per primi, e poi nelle persone che ci stanno accanto ansia, paura, dolore, rabbia, invidia diventano emozioni insopportabili che trovano spazio solamente attraverso comportamenti distruttivi.
Progressivamente la nostra vita perde di qualità, l'entusiasmo diventa più flebile e cominciamo a fare fatica nello svolgere le azioni che contraddistinguono la nostra realtà quotidiana: lo studio, il lavoro, il rapporto di coppia, quello con la famiglia, con gli amici.
Tali fasi della vita vengono percepite come momenti di crisi personali

Come e perché intraprendere un percorso di terapia

Un percorso personale di terapia ha inizio dentro di sé con la richiesta di aiuto ad una persona specializzata attraverso un primo appuntamento, durante il quale è possibile confrontarsi sulla propria problematica.
Una fase di crisi è voce di una perdita di equilibrio del proprio modo di stare nel mondo: questo non vuol dire che l'equilibrio era sbagliato o che non andava bene, bensì che esso non è più funzionale a dare voce a quei desideri ed a quelle istanze che sono emerse dentro di noi.
Questo accade perché la nostra vita, il nostro esserci nel mondo, è in continuo cambiamento e chiede di trovare forme d'espressione nuove e soddisfacenti.
La terapia della Gestalt è uno strumento che dà la possibilità di ascoltare e riconoscere i nostri bisogni e desideri profondi e di trovare con l'esperienza forme comportamentali che siano espressione soddisfacente di tali istanze.
Detto in altre parole, la Gestalt chiama contatto la posizione di ascolto e riconoscimento di ciò che si prova: cosa sento, cosa voglio, cosa faccio per ottenere quello che voglio e cosa provo adesso, che ho provato a fare quello che mi ero preposto di fare, si chiama ciclo del contatto ed è il cuore del processo di cambiamento in ottica gestaltica.


martedì 5 aprile 2011

Psicoterapia a costi sociali

per maggiori informazioni riguardo al progetto Hermes, psicoterapia e consulenza psicologica a costi sociali visita il sito http://www.progettohermesfirenze.blogspot.com/


venerdì 11 febbraio 2011

Enneagramma e psicoterapia della Gestalt

L'Enneagramma rappresenta il più antico strumento di conoscenza delle varie tipologie della personalità. Nato dalle antiche tradizioni orali dell'Asia è stato reintrodotto nel mondo occidentale da Gurdjieff intorno agli anni 20' e la sua forma attuale di maggiore utilizzo deriva dal lavoro di Oscar Ichazo e Caludio Naranjo.
L'Enneagramma descrive nove tipologie di personalità mettendo in evidenza, per ciascuna di esse la base emozionale, la struttura cognitiva (cioè la tipologia di pensieri che affollano la mente di una persona), l'alterazione causata da una specifica passione (ovvero la passione che porta la persona ad assumere comportamenti ripetitivi e rigidi) e la specifica virtù (ovvero quei comportamenti che aiutano la persona a liberarsi dal proprio carattere).



L'Enneagramma è uno strumento che presenta molte affinità di utilizzo con la psicoterapia della Gestalt.

La descrizione del carattere, infatti, è rivolta a mettere in evidenza come una persona si muove all'interno del proprio ambiente. L'intenzione, detto in altre parole, e tesa a descrivere come il carattere influenza, con la sua rigidità, il modo di stare in relazione con l'altro. In secondo luogo afferma che ciascuna persona ha un particolare carattere, e quindi, anche il terapeuta stesso ha un carattere. Non si tratta, perciò, di un sistema che tende a classificare le persone ed a dividerle in sane e malate, bensì di uno strumento che pone tutte le persone allo stesso livello, ovvero ognuna avente una particolare alterazione caratteriale.

Una seconda affinità con la psicoterapia della Gestalt è l'individuazione di una base emozionale che sorregge tutta la struttura caratteriale. Le tre emozioni primarie, che dividono le nove tipologie in tre gruppi, sono il risentimento, la diffidenza e la disillusione. L'attenzione costante all'interno di un percorso terapeutico sul sentire, ovvero su cosa una persona sta provando nello stare in relazione con il terapeuta e nel mentre esprime sé stesso, porta alla luce chiaramente la tonalità emotiva di base della propria struttura caratteriale.
Ancora, la proposta di una virtù come direzione per riuscire a liberarsi dal proprio carattere centra l'azione terapeutica, ovvero ciò che aiuta la persona a migliorare la qualità della propria vita, sul fare. Per la psicoterapia della Gestalt il cambiamento ed il benessere di una persona non avvengono fermandosi a capire cosa sta accadendo, bensì trovando e sperimentando nuove modalità e nuovi comportamenti per stare in relazione con gli altri.

Infine, ed è probabilmente la più sottile e profonda affinità fra l'Enneagramma e la psicoterapia della Gestalt, entrambi questi due strumenti vedono nella fluidità la chiave del cambiamento. Il carattere, infatti, viene descritto come una struttura cristallizzata che risponde con comportamenti rigidi e ripetitivi all'ambiente circostante. La psicoterapia della Gestalt promuove nella sua azione terapeutica l'esperienza della creatività come modalità di uscita dalle proprie problematiche.
Dietro vi è la consapevolezza che tutti sono creativi, ma che molti hanno smesso di esercitarsi ad esserlo.

L'Esperienza del sogno

E' mia esperienza abituale parlare e sentire parlare del sogno come di una attività emozionante e coinvolgente. A volte, però, non è così, incontro delle persone che non trovano interessante il sognare. Dentro di me dico che è un peccato, allo stesso modo di quando sento dire ad alcuni che non gli piace leggere, o andare al cinema oppure al teatro. Mi dico che è un peccato rinunciare a delle esperienze che danno la possibilità di aprire altro da sé. Sognare. Già la parola stessa dà un po' di freschezza. Immaginare una vita senza sogni, desideri, una illusione di un futuro buono per noi stessi, chiude il campo dell'esistenza dentro una morsa al limite della sopportazione.

Aprendo un piccola digressione, mi torna in mente le non poche difficoltà che ho incontrato a integrare la capacità di sognare, di illudersi nel senso ampio del suo significato, e la posizione esistenziale che la Gestalt propone, il qui e ora. In questo momento mi chiedevo, come è possibile illudersi di un futuro senza perdersi dalla dimensione del presente. Sono stato confuso e ho affrontato il tema con rifiuto, fino a quando non ne ho fatto esperienza.

Quando appoggiamo l'illusione nel momento che stiamo vivendo, ovvero nel qui ed ora, avvertiamo l'emergere di una sensazione calda che dà energia; è come se immettessimo benzina nel serbatoio di una automobile. L'illusione diventa desiderio. Quando il desiderio viene incanalato in piccole azioni progettuali che tirano verso la realizzazione del proprio sogno, in modo analogo a quando il motore entra in contatto con la benzina, avvertiamo come la vita inizi a muoversi e ad attraversare le giornate in modo pieno e soddisfacente. L'illusione-desiderio crea la tensione che dà la motivazione, la forza e l'entusiasmo per fare le piccole scelte funzionali di ogni giorno.

Quando spostiamo le nostre illusioni nel futuro o nel passato ci aspettiamo che i nostri desideri o sogni si realizzino senza fare niente e incolpiamo il mondo quando questo non avviene. La nostra vita ed il nostro orizzonte esistenziale si dirige pericolosamente verso frustrazioni e malessere, inquinando non poco la nostra qualità di vita.

Ma torniamo ai sogni, quelli che comunemente facciamo di notte mentre dormiamo. Questi in psicoterapia della Gestalt sono considerati delle esperienze analoghe a quelle che facciamo da svegli, con la differenza che i sogni non sono vincolati al nostro abituale senso di realtà. Da questo punto di vista i sogni non portano né nascondono alcuna verità segreta e al loro interno non vi è da scoprire o da capire qualcosa: non si racconta un sogno per capirne il significato nascosto o per provare a fare previsioni sul futuro. Detto in altre parole il sogno non è un oggetto scomponibile in pezzi da analizzare con occhio sapiente, bensì è una esperienza che può essere stata piacevole o spiacevole. L'attività del sognare ci permette di raccontare attraverso delle storie la nostra vita nel suo dipanarsi all'interno delle più svariate situazioni. Il sognare è una nostra attività narrativa, attraverso la quale noi ci parliamo e ci raccontiamo cosa desideriamo, quali sono le nostre paure, i nostri dolori e le nostre gioie. All'interno di un sogno noi viviamo delle esperienze piene ed emozionanti con tutto il nostro essere presente. Si apre un teatro dove iniziano a porsi in scena tutte le nostre parti interne. Osservando e ascoltando questo teatro si può vedere la qualità delle relazioni tra le nostre parti interne e, dall'interno, trasformare le interazioni fra queste qualora non le ritenessimo funzionali né interessanti.

Una fra le più belle restituzioni che le persone mi hanno dato talvolta durante il loro percorso è quella di essersi accorti con meraviglia di essere tornati a sognare di notte.

Ecco! mi dico, abbiamo trovato la benzina.